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L'intervista
Tutti sanno che Teruccio è l'amico che aiuta a pensare. Dopo la lettura del post "La ballata del disperato", ineccepibile richiamo alla realtà storica, è nata l'esigenza di sapere qualcosa di più del pensiero del saggio che sostiene di essere l’amico che aiuta a pensare, e si spera, ad agire. All'uopo avendo visto il dissesto economico, politico e sociale, abbiamo pensato di avere un supporto illuminante, possibilmente super partes, che suggerisca elementi concreti utili alla soluzione di annosi problemi che non lasciano intravedere possibilità di soluzioni.
Chi più di un amico che elargisca illuminati pareri, e senza soverchiarti, può darti una mano quando sei in difficoltà?
Il saggio uomo era in biblioteca e, per niente turbato da un'estranea presenza, si sottopose all'interrogatorio; assediato da numerose domande, abbozzò un sorriso che, inizialmente potéva sembrare il vanesio compiacimento del dotto o il cinico ghigno di disprezzo del superuomo. Invece manifestò una garbata simpatia per chi aveva avuto la compiacenza di cercarlo. Indi cominciò: “Se siete venuti da me, in che cosa posso esservi utile? Esponete il vostro pensiero e cercherò di esservi amico”.
Quando si rese conto che le domande si riferivano all'attuale situazione sociale, disse: “Amici, il discorso andrebbe per le lunghe, e per intenderci, dovremmo stare molti anni insieme e alla fine tra distratti, svogliati e defunti, avremmo sciupato quel tempo che avremmo potuto dedicare a cose più utili. Per questo motivo come nota introduttiva mi servirò di un esempio che certamente in chi vive un'esistenza autentica, scuoterà le istanze sopite nel letargo cinico e spietato degli affari personali, di casta e di appartenenza politica.
In epoche remote, nei monasteri, il Capitolo dei religiosi era lo strumento di verifica della vita comunitaria; il controllo del singolo e dei comportamenti comunitari determinava l'equilibrio dell'osservanza religiosa e la tranquillità dello spirito fraterno. Questo supporto psico-pedagogico divenne il fulcro essenziale per rimuovere dal mondo il tarlo roditore che distrugge la società: l'egoismo. Vi chiederete: con queste premesse, cosa vorrà dire? Ebbene, qualsiasi opinione sarà sempre relativa e scarsamente produttiva se non parte dalla condizione del singolo e del corrispondente assetto sociale; potrei parlarvi di Platone, di Rousseau o di Marx: servirevve solo ad edulcorare le curiosità intellettuali, talvolta turbate da un'economia dissestata. Il riferimento agli "Esercizi spirituali" dei monasteri è il parallelo di ciò che vorrete sapere perchè se il religioso non affondava il bisturi nel proprio egoismo, a nulla sarebbero serviti i buoni propositi e le citazioni del vecchio e del nuovo testamento; sempre ben poca cosa se non trovavano la disponibilità dell'umile natura umana. Per tutti l'ostacolo maggiore era l'egoismo. La scena politica segue la stessa dinamica.
Era appunto terminato il corso di esercizi spirituali e il buon monaco, spinto dall'ardore dei buoni propositi, da una vecchia cassapanca tirò fuori una cocolla e, resosi conto che il saio era sdrucito, andò in cerca di un pò di cotone per poter utilizzare, in nome della povertà, l'indumento da restaurare.
Vane furono le ricerche e... niente e...niente. Era già convinto di abbandonare l’opera, allorché gli venne in mente di andar a rovistare nell'abbaino; forse fra le robacce abbandonate avrebbe trovato ciò che desiderava. E subito, quasi di corsa, fu al punto dove erano i relitti abbandonati. Si fermò all'istante allorché si rese conto di non essere solo, perché un altro monaco stava riparando uno scaffale della biblioteca. Il monaco falegname si fermò un attimo, lo guardò con insistenza e poi con voce dolce, disse  "cosa cerchi, fratello?" La risposta non fu immediata in quanto servì solo a produrre un'altra domanda: "Ma tu, chi sei, non ti ho mai visto!" Fu esaudito nella sua curiosità: "Esercito l'arte paterna, anche qui avevano bisogno di un artigiano come me; ma, di grazia, ti prego, cosa cerchi?"
"Ho bisogno di un pò di cotone per rimettere in sesto il mio saio"
"Fratello, non posso esserti di aiuto, perché vedi, proprio accanto a te, c'è il filo che desideri, ma non credo che lo prenderai, perché a quel filo è legato il mondo".
Questa volta la risposta fu immediata: "Che importa a me del mondo intero, il filo mi serve e me lo prendo"
Il falegname replicò: È bello essere liberi, ma chi s'illude che la libertà sia un privilegio del singolo, prima o poi sarà lieto di suicidarsi". Ciò detto, scomparve.

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