twitter
rss

Una misteriosa chiamata: primi passi


Se l’essere umano ponesse le proprie attenzioni alla cura del civile comportamento nelle stessa misura della conduzione degli affari economici, con gioia e soddisfazione saremmo ben lieti di annunciare il progresso sociale del ognuno. Anche se le personali tensioni ci spingono a migliorare la qualità della nostra vita, mai abbastanza vien fatto per indagare nel proprio io e leggerne le recondite pulsioni, per cui, aldilà da atteggiamenti cattedratici, si evidenziano le ragioni delle proprie scelte, laddove mai con chiarezza si conoscono le mosse della causalità ragionata o del caso che fatalmente disegnano il nostro destino.
Teruccio, attento spettatore delle proprie e altrui movenze, offre agli amici un modesto campione di ciò che valicando le aspre colline della quotidianità, stuzzica la mente con la descrizione di un fatto che, rapportato alla propria esistenza, rimette in discussione ciò che abitualmente pare scontato. Leggete e, se lo riterrete opportuno lasciate un commento.
(dal profilo biografico di Suor Maria Pia Giannetta: primi passi)

Pasqualina era la figlia di un falegname e le modestissime condizioni di vita, in un borgo dedito prevalentemente al lavoro dei campi, non consentivano ai più nient'altro che un pasto caldo. La giovane ragazza era la gioa della casa, perché non aveva altri interessi se non quello di sollevare la famiglia da quelle incombenze che la misera condizione sociale crudelmente imponeva.
Nei momenti di libertà Pasqualina si recava in Chiesa, sia per la personale preghiera, sia per svolgere l’attività di catechista con la speranza che, oltre alla protezione di Dio, potesse godere del sorriso di un volto amico.
Ed è appunto in chiesa che un bel giorno, dopo aver impartito ai più piccoli le nozioni di catechismo, si fermò a pregare e, come in un'estasi, sentì una voce: "Vieni e seguimi". Quella voce, risuonando più volte nella trasognata mente di Pasqualina, produsse un enorme turbamento e fu così che la tranquilla fanciulla divenne profondamente triste. Il laborioso artigiano si accorse che la figlia aveva perduto la naturale spensieratezza e qualcosa di notevole rilievo era successo; non sapeva cosa fare e, alla fine tra dubbi e incertezze, un bel giorno si decise a chiedere alla figliola: "Cara, non ti vedo com le altre volte; hai il volto dimesso e non sorridi al tuo babbo come sempre?"
La Fanciulla rispose: “Padre, so che mi volete bene e soffrirete per ciò che sto per dire; Il Signore mi chiama e non osavo dirvelo per non anticiparvi la tristezza della solitudine”. Il buon uomo, come uomo di fede e di forte carattere, non si scompose e rivolto alla figlia disse: “Pasqualina, mi addolora il fatto che ti allontani da me, ma se questa è la volontà del Signore, non posso opporre resistenza.” “Si padre, sapevo che mi avreste assecondato, ma si da il caso che conoscendo l’economia della casa, non ho osato informarvene, anche perché non posso chiedervi la somma necessaria per il corredo”. “Figlia, vuol dire che lavorerò di più e metterò da parte qualche risparmio e sarò contento se questo ti renderà felice”. Il discorso si concluse con lo sguardo reciproco che esaltava la misteriosa forza dell’amore.
Mentre le condizioni familiari restavano immutate e si moltiplicavano i frustranti pensieri e le fervorose preghiere, un bel giorno il postino portò una lettera.
Era un invito. La lettera portava il timbro postale di S. Giovanni Rotondo. Il contenuto era: “Il Signore ti chiama”.
Capirono che dovevano andare da P. Pio.

Dopo qualche giorno, di buon mattino, Pasqualina era nella chiesa del frate di cui erano già noti i poteri taumaturgici e, mentre tutti erano ansiosi dell’arrivo del pio religioso, non appena questi si recò, come faceva ogni giorno, al confessionale, rivolto alla Pasqualina: “Ehi, tu, vieni con me, perché ti devo parlare”. La ragazza non appena si trovò di fronte al Padre, confusa per l’invito e frastornata tra mille pensieri, fu liberata subito dalla imbarazzante situazione: “So tutto, prendi questa busta e segui la via del Signore; va in pace!”.
La busta conteneva i soldi per il corredo da portare in monastero; esattamente ottantamila lire, la somma richiesta per il corredo da portare in monastero. E fu così che Pasqualina poté essere ricevuta a Ciorani in provincia di Salerno dalle monache Visitandine e fu suora col nome di Maria Pia.

0 commenti:

Posta un commento